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Svegliarsi vivi al campo santo è sempre di buon auspicio.

Per fortuna le mura del cimitero ci hanno protetti dal violento vento e dalla pioggia battente. La mattinata comincia con un cielo plumbeo, nuvole basse e cariche di pioggia che corrono velocissime, spinte dal libeccio che soffia forte ed incessantemente. Pedalare sarà dura ma certo resteremo asciutti! Il primo tratto di strada passa piacevolmente sotto le nostre gambe, circondati da campi in fiore e montagne con pareti rocciose imponenti. Sicuramente qualche parete attrezzata per l’arrampicata sportiva ci sarà ma noi siamo intenti a coprire chilometri per recuperare il tempo perso.

Monastero

Monastero

Oltre ai cumuli di spazzatura ai bordi delle strade, un’altra cosa che ci salta subito all’occhio è la presenza massiccia di cani. Forse randagi, forse semplicemente liberi di vivere la loro vita animale nelle campagne siciliane. In particolare attira la nostra attenzione una piccola cagnetta dal pelo bianco e lungo, prima ci abbaia impaurita, poi ci sfida in una corsa folle per qualche chilometro. Non vedeva l’ora di sgranchire le zampette, è chiaro! Se ci fermiamo ci incita a ricominciare a pedalare, vuole correre e vuole farlo davanti alle nostre bici ad una velocità impensabile per questa piccola creatura. La paura però che venga investita dalle macchine che corrono sulla corsia opposta ci porta a cercare di scoraggiarla e cacciarla, ma lei proprio non ne vuole sapere. Ci corre avanti persino su una ripida salita! Ci lascia solo nel momento in cui un gruppo di cani pastore, che fanno giustamente il loro lavoro, ci corrono incontro abbaiando inferociti. Lei impavida si para davanti a loro abbaiando infuriata, permettendoci così di passare in sicurezza. Non la vedremo più, piccola cagnetta coraggiosa.


Attraverso la campagna

La strada che da Corleone ci porta fino al mare, attraversa tanti piccoli paesi, Bisacquino, Burgio (molto conosciuto per la produzione di ceramiche artigianali) immagini reali dei racconti di Sciascia, di Tomasi di Lampedusa, e dei tanti scrittori che ancora raccontano le bellezze e gli orrori di questa terra. Finalmente il cielo è sgombro, il libeccio che ci rallenta ha spazzato via tutte le nuvole ed ora sopra di noi solo un cielo azzurro intenso ed un sole piacevole ci accompagnano attraverso i campi di ulivi ed i forti odori della primavera mediterranea. La goduria del momento viene interrotta per pochi chilometri da una salita al limite del pedalabile per entrare a Villafranca Sicula. Una breve e meritata sosta nel parchetto del paese, per godersi il sole ed il lauto pasto a base di pomodorini, banane ed una salsiccetta fresca tipica del luogo, della quale centellineremo ogni pezzo per poterne godere ogni giorno. Finita la pausa, ricomincia la salita. L’entroterra è un continuo saliscendi, si passa dai 60 km/h lungo le discese a serpentina, gioia di ogni centauro con o senza motore, ed i 6 km/h per scalare le lunghe e ripide salite delle colline coltivate, che in alcuni punti toccano il 14% di pendenza. L’ultimo sforzo dovrebbero essere i 6 km per raggiungere il paese di Calamonaci, avamposto dell’entroterra dal quale comincerà la lunga discesa che ci porterà al mare. Fermi nel paesino deserto di Calamonaci un’anziana signora dal cognome noto, Montalbano, si offre di ospitarci in casa e darci da bere. A rinforzare il suo invito arriva un signore con tuta da meccanico e capelli scomposti alla Einstein che scopriamo essere un emerito chirurgo del Policlinico Gemelli e che, viste le nostre facce alquanto perplesse, vuole mostrarci il tesserino per convincerci della sua professione!


Ciclovia verso il mare

Lasciata Calamonaci e superata l’ultima collina che ci separa dal mare, subito comincia un’altra Sicilia. Le temperature sono già meno rigide (fino ad ora abbiamo quasi sempre pedalato ben coperti), l’effetto mitigante del mare è palese, i paesaggi cominciano ad essere meno rigogliosi e più secchi. Lasciata l’entroterra avremo sempre più difficoltà a trovare fonti d’acqua lungo la strada. Il mare si sente ma ancora non si vede, molte colline lo nascondono ancora alla nostra vista. Superata Ribera, dove l’impatto con il traffico ed il caldo ci fanno accelerare il passo, sulla sommità di una collina finalmente lo vediamo, azzurro ed impetuoso, agitato da questo vento che ci contrasta da più di 48 ore e che sarà con noi per il resto della permanenza in Sicilia. Il tempo stringe ormai e dobbiamo accelerare per trovare un posto per dormire lungo la costa. Usciti dal paese cominciano le prime indicazioni della ciclovia che seguiremo poi, in parte, fino a Siracusa: SIBIT. Nonostante alcuni inquietanti cartelli la ciclovia è ben segnalata e la strada è provvista di segnaletica che invita gli automobilisti a fare attenzione ai cicloturisti. Cartelli che naturalmente vengono completamente ignorati, forse perché alla velocità a cui viaggiano gli automobilisti da queste parti, nemmeno riescono a leggerli. Altro breve tratto di statale pericolosissima, un’altra pesante salita, ed in breve siamo sul mare ad Eraclea Minoa. Ci concediamo una cena di pesce, abbondante, buona e ad un prezzo ragionevole, e scesa la notte mettiamo la nostra tendina nella vicina pineta. Nemmeno il tempo di dire buonanotte che siamo già nel mondo dei sogni.


La fatica e la ricompensa

Niente bagno la mattina dopo, il mare è ancora impetuoso ed ha mangiato completamente la spiaggia: delle immagini estive del luogo davvero non c’è nulla. Montiamo subito in sella senza fare colazione, contiamo di fermarci all’inizio della ciclovia che troviamo subito alla fine della salita uscendo da Eraclea Minoa. Il cartello riporta 4 km di cui 1 su sterrata percorribile solo con bicicletta a spinta (sarà il primo dei tanti segnali che ci porterà a chiederci se si tratta di una ciclovia, quindi pensata per pedalatori di ogni sorta, oppure di un campo avventura solo per persone allenate). Fortunatamente riusciamo a non scendere dalle nostre bici ed in breve siamo di nuovo sull’asfalto. Sali scendi piacevoli lungo la costa, la nostra meta oggi è l’agrigentino. Seguire SIBIT pedissequamente ci porta spesso ad affrontare salite che con il carico diventano davvero difficoltose, ammirevole la volontà di creare un percorso fuori dalle strade provinciali e statali ma a volte forse troppo eccessivo. Per fare di testa nostra finiamo comunque per ritrovarci a spingere le biciclette lungo 500 metri di muro quasi verticale!

D’obbligo una visita alla Scala dei Turchi, una meraviglia della geologia, frutto dell’azione congiunta degli elementi terra, acqua ed aria. Una scalinata di roccia bianca a picco sul mare turchese. Finalmente ci concediamo un bagno nelle fredde e ristoratrici acque del mediterraneo, e nel frattempo contattiamo Angelo, che si è offerto di farci da guida mandandoci un messaggio tramite la nostra pagina facebook per incontrarci ai piedi di Agrigento.

500 b.c. construction site

cantiere del 500 a.c.

Sosta doverosa alla Valle dei Templi, un giro nella culla della civiltà tra pilastri rossi di tufo e cantieri che sono rimasti bloccati dal 500 a.c. È parte della nostra storia, inutile lamentarsi dei cantieri di oggi! Angelo, siciliano dal sangue favarese, ci offre di ospitarci a casa, accettiamo di buon grado e trascorriamo una serata meravigliosa in compagnia di quella parte di Sicilia e di Italia che ama la propria terra e la rispetta cercando di renderla ogni giorno migliore. Mangiamo insieme alla sua famiglia i piatti fantasiosi cucinati dalla sorella Liliana, beviamo vino autoprodotto, assaggiamo i pistacchi siciliani, le olive in salamoia, e ci portiamo via l’agnello pasquale di Favara, un dolce di pasta di mandorle e pistacchi. Tutta energia per le pedalate del giorno dopo, visto che abbiamo programmato di recuperare parecchi km. Con la pancia piena di tutto questo buon cibo andiamo a dormire nella camera di Angelo. Ci dispiace che ci abbia lasciato il suo letto, ma sono proprio questi i gesti che ci fanno ricordare uno dei motivi principali per cui abbiamo deciso di intraprendere a luglio il giro del mondo!

Grazie!

(..quale giro del mondo? Clicca qui!)

Angelo

Angelo


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2 comments

  1. Reply

    Letizia 20 Maggio 2014 at 11:57

    Stupendo! Che invidia ragazzi! Aspetto un libro sulla vs avventura in giro nel mondo, intanto continueremo a leggervi qui. L’unica cosa che mi manca di questo giro in Sicilia una bella mappa del giro che vi siete fatti…per seguirvi passo dopo passo.
    E ricordiamo a tutti che la natura è la cosa più bella nel mondo!
    Buona pedalata a tutti

    • Reply

      DNL 20 Maggio 2014 at 12:05

      Grazie per i complimenti, ed abbi fiducia, nei prossimi giorni metteremo anche l’itinerario completo che abbiamo percorso 😉 #BeCycling, StayTuned!

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