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Leggi la prima parte

Ci siamo, il giorno del passo è arrivato, ma l’emozione de La Bonette stenta ad arrivare. Probabilmente congelata dal freddo di questi giorni, dalle preoccupazioni legate alle temperature, alle attrezzature, al fatto forse che dopo il passo lasceremo la Turchia.

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l'altimetria del passo

E’ un’altra splendida e fredda giornata di sole. Prima di partire controlliamo nuovamente l’altimetria, dal profilo sembrerebbe una salita fattibile, circa 500 metri in più di 10 chilometri, insomma un 5% di pendenza assolutamente pedalabile considerato ciò che abbiamo dovuto affrontare fino ad oggi. Ma l’esperienza ci ha insegnato che non bisogna fare troppo affidamento sul profilo altimetrico in Turchia, troppe volte ci siamo trovati ad affrontare passi con pendenze inaspettate, e dentro di me so che sarà così anche oggi. Il sole si è appena alzato, ancora non è abbastanza forte per riscaldarci ma ci accompagna lo stesso piacevolmente lungo i primi 7 chilometri di falso piano. Siamo imbacuccati come nella più fredda giornata di sci, e come l’aria comincia a scaldarsi e la strada a farsi un poco più ripida dobbiamo fermarci per toglierci lo strato più pesante di vestiti ed indossare un buon anti-vento. L’operazione di cambio vestiti avviene in un benzinaio, nel paesino di Hanak. Mentre siamo intenti a metterci lo strato di vestiario giusto, vediamo avvicinarsi un ciclista, figura davvero rara da queste parti. Capiamo subito che si tratta di Cuneyd, un ragazzo che avevamo contattato tramite Warmshowers, per l’esattezza l’unico Warmshowerer in questa parte remota della Turchia. E’ uscito per una pedalata domenicale ed ora che ci ha incontrato ha deciso di fare una parte di strada con noi. La sua descrizione del passo, fatto in estate per andare in Georgia, è abbastanza preoccupante. Il suo consiglio nel messaggio inviato tramite Warmshowers era stato di farsi dare un passaggio per superare la parte finale!

Usciamo dal calduccio della stazione di servizio e montiamo nuovamente in sella alle nostre gelide biciclette. La strada da qui parte subito in salita, una ripida salita. Persino da lontano capiamo che non si tratta proprio di un 5% di pendenza! Ed infatti si tratta di 3 chilometri con pendenza media al 7/8% e punte del 9/10%…Mentre spingo sui pedali con tutto il peso del mio corpo ed il respiro comincia a farsi sempre più affannato, la mente torna ai passi affrontati sulle Alpi. Continuo a ripetermi che se ho potuto affrontare La Bonette e l’Iseran, posso anche affrontare questo..Non è più difficile, non è più duro..Fortunatamente i 3 chilometri passano presto, era solo una collina e la strada diventa nuovamente piana. Qualche ripido saliscendi tanto per non annoiarsi, ma la pedalata è comunque piacevole e la giornata è splendida. Tutto è completamente ricoperto dalla neve, ci ritroviamo su un altopiano privo di alberi e circondato da alte montagne, il bianco ed il blu colorano il panorama.

Siamo già a 2100 metri, il passo è a 2550 e mancano ancora 20 chilometri alla vetta, penso che forse la salita finale non sarà così terribile.

Arrivati a Damal, Cuneyd decide di offrirci il pranzo, è mezzogiorno e qui le giornate finiscono alle 15.30. Ma la compagnia è piacevole, il pranzo buonissimo ed il locale è caldo, per cui finisce che salutiamo Cuneyd e ricominciamo a pedalare alle 14. Abbiamo solo un’ora e mezza per fare gli ultimi 10 chilometri, che se fossero di pianura non comporterebbero alcun problema. Ma come lasciamo il piccolo paese cominciano le sorprese. La strada invece di salire, scende! Brutto, brutto segno, vuol dire che gli ultimi chilometri dobbiamo risalire più dei 450 metri preventivati, vuol dire che gli ultimi chilometri non saranno al 5% come avevamo immaginato! Non solo ma un buon tratto di strada non è asfaltato, stanno facendo i lavori e tutto è coperto da un brecciolino che proprio non piace alle ruote delle nostre biciclette, tant’è che ad un tratto siamo costretti a scendere e spingere. Ed intanto il tempo passa.. Finalmente arriviamo all’attacco della salita vera, mancano 8 km ed io sono già abbastanza provata dal freddo e dalla strada fino a qui percorsa. Appena vedo la salita che ci aspetta ricomincio a ripetere a me stessa “Pensa a La Bonette, pensa all’Iseran, pensa al Furkapass…” I penseri si interrompono subito, dopo i primi due chilometri di salita, troppo, troppo ripida, tutto il mio corpo ha bisogno di ossigeno, concentrazione, sforzo, non posso disperdere energie in pensieri.. Mentre arranco faticosamente, riesco a mala pena a sentire la voce di Daniele che da lontano mi urla “Simo scendi! E’ una pendenza assurda non puoi pedalare!”. Siamo oltre il 12%!! Non me lo faccio dire due volte, e così, come accadde sulla Bonette, scendo e comincio a spingere. E’ troppo tardi per fermarsi e riposare, non c’è tempo. Il sole tra poco tramonterà e noi dobbiamo già essere al di là del passo. Non possiamo dormire in quota perché mettono forti nevicate per il giorno successivo, non possiamo scendere con il buio perché la strada potrebbe essere troppo pericolosa a causa delle basse temperature. Dobbiamo arrivare in cima che c’è ancora luce, non possiamo permetterci di riposare ora.

Ah La Bonette, dura, durissima, ma che bello avere il tempo di fermarsi, prendere fiato, godersi il panorama e ripartire!

E così eccomi qui a spingere la bicicletta pesantissima, non che spingere sia meno faticoso di pedalare, anzi! Così gli ultimi 5 chilometri, per me, sono un continuo pedalare, annaspare, scendere e spingere. A mala pena riesco a godermi la luce meravigliosa di questa ora della giornata, il sole basso all’orizzonte che fa brillare la neve di un colore argentato. Daniele è invece in splendida forma, pedala con la sua solita leggerezza e sembra quasi non faticare! Non c’è niente da fare, le salite sono il suo oppio.

Dopo qualche curva per girare intorno al Monte Ilgar finalmente arriviamo al passo, al secondo dei nostri sette passi. Ma è difficile rendersene conto dopo tanta tanta fatica. Inoltre la giornata sta già per finire, fa molto freddo e dobbiamo ricominciare a scendere. Abbiamo giusto il tempo di fare un video per immortalare il momento, video che mostra chiaramente gli effetti della salita: la mia devastazione e l’esaltazione di Daniele. Meno male che uno dei due ha ancora tante energie!

La Discesa

Come di rito, ci vestiamo per affrontare la discesa: balaclava per il viso, mascherina, primaloft, copriscarpe.. Via in discesa! Ma il sole è già andato via, ed il freddo è sempre più pungente soprattutto a 40 km/h! Ogni 2 chilometri dobbiamo fermarci perché le mani gelano e non si riesce a frenare ed i piedi.. i piedi ci fanno proprio soffrire! Siamo tanto lenti in discesa quanto lo eravamo in salita, il sole se n’è andato ed il crepuscolo sta cedendo al buio, dobbiamo trovare un posto per fermarci prima che faccia notte. Posof, il paese che avrebbe dovuto essere la meta della nostra giornata, è ormai un insieme di lucine lontane. Forse potremmo arrivarci lo stesso, ma il timore che non sia tutta discesa e soprattuto il timore di essere assaliti dai cani da guardia ci fa guardare intorno alla ricerca di un posto per dormire, anche se siamo ancora a 2400 metri.

Finalmente compare un caseggiato lungo la strada, vediamo delle persone alla finestra ma non realizziamo subito di che luogo si tratti, non notiamo il filo spinato e le transenne. Prima delle persone ci vengono incontro tre cani, i soliti cani da guardia con il loro atteggiamento poco amichevole. Abbaiano e ringhiano a noi ed alle nostre biciclette, passando da me a Daniele, da Daniele a me, molto, troppo vicini alle nostre ruote ed alle nostre gambe! Nonostante la situazione, le persone alla finestra stentano ad avvicinarsi, ci vogliono le nostre urla per muoverle dalla loro statica e disinteressata posizione. Forse non è proprio il luogo più adatto per fermarsi, ma è vicino e magari i cani si calmeranno quando i loro padroni gli diranno qualcosa – almeno così speriamo.

Ma i loro padroni sono dei militari, che alla nostra richiesta disperata di accamparci nel loro terreno rispondono con un secco “No, dovete scendere a valle” – “Ma è buio e scendere a valle è pericoloso, non vedete come reagiscono i VOSTRI cani? Figuriamoci quelli a valle!”.. Niente da fare, per tutta risposta ci girano le spalle e se ne vanno. A noi non resta che imprecargli contro e imprecare contro i loro cani che ci impediscono di pedalare! Riusciamo, solo tramite il lancio di sassi, a guadagnare la strada e ricominciare a scendere. Ma ormai è buio, e siamo davvero preoccupati dai cani e dal gelo lungo la strada… “Stupidi, stupidi militari” continuo a pensare mentre continuiamo a scendere! Fortunatamente arrivati a quota 1900 troviamo un buon posto per accamparci e montiamo la nostra tendina.

Il posto che abbiamo trovato è perfetto, un prefabbricato di un cantiere, il portico ci permette di mettere al riparo le nostre bici e ripara la tenda dal vento. E’ una notte splendida, il cielo è pieno di stelle ed i villaggi sono molto lontani per cui c’è abbastanza silenzio. Cuciniamo la nostra meritata cena e ci chiudiamo nei nostri caldi sacchi a pelo, la mente e lo spirito ritrovano la loro positività e possiamo ora goderci il momento e soprattuto la conquista del secondo dei 7 passi. Siamo sempre più consapevoli che ce la faremo, nonostante il freddo, nonostante le difficoltà.

Abbiamo fatto il secondo passo, l’abbiamo fatto in pieno inverno. Abbiamo superato e lasciato definitivamente la nostra zona di comfort, e siamo sempre più convinti ad andare avanti, ad affrontare la Steppa e le difficoltà che verranno. Ora sappiamo che possiamo farcela o che almeno possiamo provarci!

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4 comments

  1. Reply

    Paolo 29 Gennaio 2015 at 19:06

    Danieleeeeeee Simonaaaaaa
    Grandi ragazzi. 🙂

  2. Reply

    fabio 6 Febbraio 2015 at 11:16

    Grandissimi ragazzi.
    AVANTI COSI’!!!

  3. Reply

    Alex 13 Febbraio 2015 at 12:25

    Hi both,

    Congratulations for conquering the second pass on your list. It is just amazing to follow your journey all the way from La Bonette where we first met as I was cycling from London to Nice.

    Keep up the spirit and carry on, I’ll be following you! Don’t get too cold as well.

    Thinking of you,
    Alex

    • Reply

      DNL 18 Febbraio 2015 at 09:44

      It’s great to read you here Alex! We are so happy you keep following us. Thanks for the nice words and keep pedalling! 🙂

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